(Barbara Lezzi) – Gli errori di valutazione commessi ai tempi del Conte I durante il quale si sprecarono gli attestati di stima, fiducia ed amicizia per Salvini, hanno insegnato poco o niente. Forse semplicemente perché è preferibile assecondare il potere per prendersene un pezzetto per sé.

Ci si sente realizzati ad avere in rubrica i numeri di telefono di quelli che “contano”, che siano gli uni o gli altri poco importa. L’ambizione è ridotta all’orizzonte di una scrivania e la lezioncina di politica si ferma nei confini pomiglianesi.

Sarà che non faccio parte del club dei “tutti pazzi per Mario Draghi” ma se questo deve essere il M5S, quello raccontato oggi da Di Maio, possiamo tranquillamente dire che fino ad ora abbiamo scherzato, giocato o forse tradito.