(Flavia Perina – linkiesta.it) – Dice Nicola Zingaretti che l’accordo generale c’è, ma il Pd non sosterrà mai Virginia Raggi a Roma. In effetti, il piano per Roma sembra più machiavellico: affondare Virginia al primo turno – affidando alla città il compito di farla fuori – per portare al ballottaggio uno scontro destra-sinistra che dovrebbe consentire al M5S di accodarsi al candidato democratico senza traumi, dando l’idea che lo fa per il bene comune, per fermare i barbari alle porte, per salvare la Capitale dal ritorno di “quelli di parentopoli”. Chissà se funzionerà. Chissà, soprattutto, se quando si arriverà al voto del 2021 per le grandi città il M5S esisterà ancora come forza elettoralmente significativa, capace se non di prendersi tutto – come accadde alle amministrative di cinque anni fa – almeno di determinare vittorie, di incidere sui risultati.
La resurrezione del nostro scassato bipolarismo attraverso il Sì della Piattaforma Rousseau agli accordi con i “partiti tradizionali”, nella fattispecie il Pd, viene data da tutti per scontata. Ma il referendum grillino di Ferragosto conferma soprattutto la labilità e lo smarrimento della mitica base M5S, che solo nel 2018 votò in modo plebiscitario (98 per cento) a favore dell’accordo con Matteo Salvini e adesso, appena due anni dopo, si pronuncia a larga maggioranza (59,9 per cento) in favore di un blocco costruito all’esclusivo scopo di tagliare la strada al Capitano.
È questa fragilità che fa dell’accordo qualcosa di molto diverso dai precedenti patti col diavolo stipulati un po’ da tutti per tenersi il potere. Nessuno di noi sa se il M5S sopravviva ancora nella società civile e nelle scelte elettorali degli italiani, e soprattutto dei romani. I sondaggi elettorali lo danno al 18 per cento, già dimezzato rispetto alle ultime Politiche, ma è ragionevole nutrire dubbi anche su questa percentuale. Spogliato della sua carica anti-sistema, di ogni regola anti-Casta, estirpato il radicalismo populista, abbandonata l’ideologia della decrescita felice, riconciliato alle grandi opere – non più teleferiche di quartiere ma addirittura tunnel sottomarini! – e insomma: trasformato in un Udeur più grosso, il M5S può continuare a esistere e a incidere?
La storia italiana ci dice che si possono riconvertire a un sistema di alleanze persino forze che accarezzano la rivoluzione secessionista (la Lega di Umberto Bossi), la critica all’atlantismo (l’antico Pci), l’estraneità alla Costituzione (il vecchio Msi). Ma il populismo no, il populismo se trapiantato nella serra della democrazia in genere appassisce. L’esempio classico è il Fronte dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini, che nel dopoguerra fece scintille nelle urne salvo sparire letteralmente appena cercò intese opportunistiche prima con Alcide De Gasperi e poi addirittura con l’arcinemico Palmiro Togliatti. E’ un esempio che si dovrebbe tenere a mente quando si decantano le prospettive del fidanzamento appena formalizzato nella politica italiana.
A Roma, poi, l’onda grillina fu fondata soprattutto sul “voto di vendetta” contro i precedenti padroni della città. Quel tipo di sentimento, al prossimo giro, è fatalmente destinato ad abbattersi sul M5S. Scommettere sulla possibilità che una candidatura espressa dal fronte sovranista – magari un “civico” di lusso – possa essere sbaragliata da un’intesa tra le nomenclature cittadine della sinistra e dei pentastellati, sembra davvero azzardato. Lo schema del patto contro i Lanzichenecchi poteva funzionare in Emilia Romagna, non nella Capitale, dove peraltro i Lanzichenecchi sono di casa, storicamente padroni del corpaccione delle periferie e sconfitti nelle ultime due tornate solo dalle loro divisioni interne e dal gran casino combinato con le candidature.
Bisognerà inventarsi qualcos’altro, se ci si riesce. E soprattutto tenere a mente la vecchia differenza tra Palazzo e Paese: a Montecitorio o Palazzo Madama il M5S è ancora forza di maggioranza relativa, perno quasi obbligatorio di ogni maggioranza; altrove non sappiamo quanto conti. Nella Capitale men che mai: nei tempi d’oro si prese con facilità il cuore di tutti gli scontenti, di destra, di sinistra e di centro, fu un’ubriacatura collettiva di protesta, speranza, voglia di cambiamento, ma adesso che la sbornia è passata, chi può dire dove stiano andando quei voti?
Certamente no (resterà uno schieramentino-appendice da percentuali sempre più misere, fino a raggiungere quelle di +europa), ma nessuno ne sentirà la mancanza, vista la fine miserabile a cui si è auto condannato.
Buon PD a tutti i grullini.
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Ue’, il link ad uno dei tuoi siti di venditori di grasso di marmotta contro le radiazioni? Stavolta no?
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Ue’, e il link al sito degli indagatori di scie chimiche non lo metti?
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Eh…eh…eh… (ghigno sardonico) ecco un’altra Cassandra che prega i suoi Dei perché le sue profezie si avverino!
E’ diventata ormai una processione di cui non s’intravvede la fine la moltitudine di coloro che intonano cori e litanie
perchè l’odiato nemico caschi secco, annichilito dal fulmine divino.
Già lo facevano all’indomani della nascita del Mov, sicuri che una tale accozzaglia di incompetenti, incapaci e velleitari,
per di più guidati da un “comico” (mentecatto visionario era, ed è tutt’ora, la loro traduzione di “comico”) si sarebbe
sciolta come neve al sole all’impatto con la cruda realtà.
Evidentemente la fregola di far ritornare alla manovra del timone gli antichi papponi, baldracche e ladri è diventata
talmente impellente da aver fatto loro scordare l’infinita serie di profezie rivelatesi sbagliate.
O forse gli Dei a cui rivolgono i loro canti e preghiere si sono stufati di prestare orecchio a simili cialtroni ed hanno
tenuto in serbo altri strali per incenerire loro invece che l’oggetto delle loro jellazioni!
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Io non voterò MAI il candidato PD ad un eventuale ballottaggio e neppure quello della dx.
Zingaretti non potrà contare sul mio voto. Di più,alle regionali, se si presenterà ancora la sig.ra Lombardi che tiene su dall’esterno la giunta Zingaretti ( minoritaria) che prende sistematicamente a calci V. Raggi non voterò il m5s.
È cosi semplice.
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Ma infatti, la domanda del titolo, anche per questa prospettiva da te sollevata è azzeccatissima “ma siamo sicuri che il Movimento esisterà ancora nel 2021?”
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IL DRAMMA DELLA VOTAZIONE SU ROUSSEAU- Viviana Vivarelli.
Non è stato fatto proprio niente e la Persina può prendersela in quel posto. E’ stata votata ‘una eventuale possibilità’ non una alleanza.
Se era facile accettare una deroga al doppio mandato che non era mai piaciuto a nessuno, anche perché era meglio che, prima di entrare al Governo o nel Parlamento, uno un minimo di apprendistato negli enti locali se lo fosse fatto per non giungere del tutto impreparato e perché era proprio assurdo escludere la Raggi, considerare ‘mandato’, l’anno e mezzo in cui la Raggi era stata consigliere comunale, molto più difficile era accettare la possibilità di alleanze con Pd o Lega, visto anche come Pd e Lega continuano a comportarsi con noi e col popolo italiano.
I quesiti di Rousseau ponevano delle possibili alleanze locali e non imponevano certo niente a nessuno a livello nazionale. Ma l’unico partito con cui eventualmente avremmo potuto fare alleanze locali sarebbe il Pd nelle prossime sei regioni e nei 2000 Comuni, visto anche il tradimento della Lega. E il Pd, per es. in Puglia, non è molto lontano da Caldoro di Fi e i nostri voti gli farebbero comodo, per cui Zingaretti li ha chiesti. E poi ci sono 2000 Comuni e ognuno avrà la sua situazione particolare dove alcune alleanze potrebbero anche essere fatte, perché i piddini sul territorio (lo so per esperienza) sono molto migliori di quelli di Roma. Sul territorio il M5S non ha nessun radicamento, per questo l’apparentamento con liste civiche concordanti col nostro programma era cosa buona e giusta e anzi dovremmo stabilire sempre contatti con questi gruppi di cittadini, che, per es., che difendono l’ambiente o la democrazia diretta o categorie svantaggiate di persone.
Ora si deve capire che il voto nazionale è cosa ben diversa dal voto locale. Per esempio, nel 2018, a Catania alle politiche il Pd prese il 47,58 % ma tre mesi dopo alle comunali prese solo il 17,63% e l’elettorato era sempre lo stesso (non era cambiato come pretendono certi Soloni della politica), solo si giocavano interessi diversi in cui noi non siamo mai entrati (commesse, posti di lavoro, licenze ecc.).
Il Pd a noi le alleanze sul territorio le ha chieste in modo molto chiaro. Io su Rousseau ho votato no al sondaggio precedente che riguardava la possibilità di allearci al Pd alle politiche solo perché il mio stomaco non ce l’ha fatta, anche se capivo benissimo che avrebbe vinto il sì, perché, o accettavamo questo altro boccone amaro o potevamo anche espatriare. Ma questo secondo voto era molto più difficile da dare (e infatti ha preso solo il 60% e i votanti sono stati pochi). Ma la battuta sciagurata di Zingaretti contro la Raggi proprio pochi minuti dopo che era arrivato il consenso a possibili alleanze è stata una doccia fredda, non solo un errore tattico ma una dichiarazione di guerra. Non solo questo imbecille ci snobba ma ordina ai suoi di votarci contro! Insomma è al governo con noi e solo grazie a noi e ci pugnala!! Ma è scemo o cosa?
Ma ci si rende conto chi si è presentato per ora per fare il sindaco di Roma? Quella assenteista della Meloni!! Gasparri!! Giachetti!! L’attore Massimo Ghini!! Ma stiamo a scherzare???
E poi Zingaretti attacca la Raggi quando non si sa nemmeno a favore di chi, visto che il Pd il suo candidato di Roma nemmeno lo ha scelto. Per ora i possibili candidati sono stati Letta, Gualtieri, Sassoli.. e hanno tutti rifiutato. Il sindaco di Roma non lo vuol fare nessuno. E’ una resposanbilità troppo grossa! E persino uno scemo capirebbe che il buon lavoro fatto dalla Raggi lo può continuare solo lei. Io non pretendo che uno con cui sono socio obbligato sia mio amico, ma almeno che non mi sputi in faccia davanti a tutti!!!! E’ pretendere troppo??
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Guai se il buon lavoro di chicchessia possa essere continuato solo dal chicchessia, punto esclamativo punto
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Ah! La lettura di questo commento, è stato il momento più esilarante della gioranata. Quindi, i grullini accetterebbero una proposta di matrimonio col PD, non per salvare la cadrega, ma per il “bene dell’Italia”, che non deve finire in mano ai “peggiori”. Come se ai peggiori, non gliela avessero consegnata loro. Perchè i peggiori, non sono quelli che tramano contro l’Italia, che l’hanno svenduta agli starnieri, che ordiscono colpi di stato in guanti bianchi affinchè i cecchini di Bruxelles possano annichilirla. I peggiori non sono quelli che usano la magistratura deviata per annientare gli avversari. Non sono quelli che tifano per i nemici e plaudono alle loro ingiurie. No! i peggiori sono gli “altri”, quelli che rischiano di fuffare ai grullini lo stipendione. Siccome quel cattivaccio di Zingaretti sarebbe capace di allearsi con Berlusconi, allora ci si alleano loro. Ah! Ci sarebbe da sbellicarsi, se l’Italia non stesse andando in pezzi.
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Siamo sicuri che nel 2020 esista ancora la perina?
PS. “la minkiata” non la leggo, sono venuto solo per prendere per il culo l’autrice.
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Sparare sulla Raggi significa non avere capito nulla del risanamento capitolino oppure aver capito che con la Raggi sindaco la cuccagna è finita per sempre; e questo “homo ridens” ovvero Zingaretti lo ha ben capito….. eccome
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Ecco qui un’altra personcina a cui fa tanto schifo essere governata da gente onesta e tanto incapace da farsi rispettare in Europa ed applaudire dalla gente comune quando va a passeggio nelle strade. Così tanto incapace ed onesta da insegnare come si sta a tavola e a a mettere a dieta con uso della museruola agli ingordi partner di governo.
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Naturalmente ognuno ha la propria opinione, ma per me è stato un grosso errore e spiegherò il perchè.
Nella zona in cui vivo (regione Toscana, provincia rossissima da sempre), c’è sempre stata una grande ditta, con centinaia di operai (e decine di dirigenti) che ha sempre vinto tutti gli appalti pubblici e privati: dagli ospedali ai supermercati. Negli anni, qualcuno deve aver accumolato una vera e propria fortuna, dato che il costo inizale non ha mai coinciso con quello finale, sempre moltiplicato per numerosi zeri. Il dirigente, manco a dirlo, era l’ex capo della CGL.
Orbene, uno degli ultimi ospedali costruiti, che copre un circondario enorme, volevano smantellarlo (il braccio di ferro continua) per costruirne uno nuovo a pochi chilometri, vicino ad altri 3 di altra provincia. Una follia bella e buona, oltre a uno spreco immane di denaro. Il sindaco cambiò e subentrò quello del 5Stelle, che ristabilì un criterio di giustizia civica.
Niente nuovo ospedale e la dittà ha iniziato ad avere problemi (nonostante la montagna di soldi rastrellata negli anni).
Il dirigente, ha proposto-ricattato tutti i lavoratori di diventare soci (è una cooperativa), aumentando al contempo la quota sociale, arrivata a oltrepassare i 20.000 €. Quasi tutti hanno accettato, nella speranza di salvare il posto di lavoro.
Immediatamente, il dirigente ex ciggiellino, va in pensione, con una buona uscita milionaria.
Subito dopo scoppia il bubbone. La ditta era sull’orlo del fallimeto. Centinaia di persone sono state fregate.
Ora è in corso una causa. Il giudice aveva concesso il concordato, perchè fossero salvati i posti di lavoro.
Invece, tutti gli operai sono stati licenziati ed i neo soci, temono di dover sborzare 20.000 €, per restare disoccupati.
Se fallirà, dovranno pagare e centinaia di famiglie saranno nei guai. Se sarà proprogato ancora il concordato, gli operai probabilmente perderanno la liquidazione. Ecco che il sindaco 5Stelle è diventato il diavolo, agli occhi dei cittadini, nella città simbolo del PD. Ma di chi è la colpa? Quali differenze ci sono tra il PD e “la banda del buco”? È credibile proporre un cambiamento, presentandosi con chi ha gestito la politica e il territorio con questi criteri? Ora, se il 5Stelle si presenterà mano nella mano con questa cricca di mafiosi, credo proprio che me ne starò a casa con la mia famiglia.
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Nessun accordo è stato fatto. Non diciamo sciocchezze! C’ solo una apertura a qualcosa che sarà possibile ma che valuteremo volta per volta.
IDEALISMO E REALISMO- Viviana Vivarelli.
Nessuno di noi è infallibile e io non faccio eccezione. Purtroppo di errori ne ho fatti molti, per esempio ho votato due volte Prodi, condannando l’Italia al giogo schiavistico della Troika, ma non lo sapevo, nessuno di noi allora sapeva cosa sarebbe succeso se entravamo nell’euro. Quel marpione di Pori dovviamente lo sapeva e ci ha ingannati di brutto. Ovvio che se tornassi indietro quei due voti non li ridarei. E se poi vinceva Berlusconi?? Ma come facevo a scrivere di cose che allora nemmeno sapevo?
Ogni volta che c’è una scelta, è lo stesso dilemma: fino a quanto potremo sacrificare i miei ideali per partecipare al male minore e non permettere ai peggiori di prendersi l’Italia? Ho votato Prodi per non dare il mio Paese in mano a Berlusconi e alla mafia. Non ho votato su Rousseau per un governo col Pd ma mi sono rassegnata sia al governo con la Lega che a quello col Pd, per non buttare alle ortiche undici milioni di voti .
Nell’ultimo voto su Rousseau ho votato a denti stretti e contro voglia a favore di eventuali alleanze, ma, poi vedendo come su questo Zingaretti ci sputava sopra, mi sarei data degli schiaffi da sola perché questo Pd è merda ed è pronto a tradirci esattamente come Salvini.
Io non so proprio cosa fare contro soggetti talmente in malafede che ci faranno solo del male e posso solo soffrire.
Essere idealisti è bello ma deve portare a risultati pratici altrimenti è un autoinganno, è stupido.
Un idealista che resta fedele ai suoi ideali ma poi non costruisce nulla è destinato a sparire, non ha valore sulla faccia del mondo e i suoi inutili ideali se li può mettere al cesso per quel che servono, è proprio per difendere ideali nudi e puri senza allearsi con nessuno che i mille partitini della sinistra sono spariti. A che sono serviti tutti questi ideali nudi e puri? A suicidarsi. Perché i fatti oggi sono questi: chi è idealista soffre atrocemente per le scelte che è costretto a fare ma, se oggi non ci teniamo quel marrano del Pd, noi perderemo tutto e non faremo niente. Mentre Zingaretti con grande disinvoltura, senza problemi, si sgancerà da noi per allearsi con Berlusconi e altri della destra a cui ha già aperto le porte e con cui è rimasto in contatto sempre in questi 30 anni e rimarrà al potere al posto nostro.
In queste settimane sto rileggendo i vecchi Masada, molte volte avevo visto giusto ma ci sono persone che credevo migliori e che poi si sono rivelata delle autentiche ciofeche. Paragone è uno di questi, ma anche Landini, Epifani, Staino… delusioni tremende, credevo evessero degli ideali, erano solo merci in vendita. La mia ingenuità e il mio avere fiducia sulla gente sono stati spesso traditi anche in campo privato e se continuo a cercare di fare qualcosa di buono è per rispetto e amore di tante persone perbene che non ci guadagnano nulla dall’essere oneste con degli ideali e non desistono.
La cosa più grave è che riprendo articoli di atroce accusa del mio blog Masada di qualche anno fa e li ripubblico identici perché niente è cambiato e questo per un Paese è tragico. Essere idealisti puri e duri spesso riduce l’essere umano alla paralisi. Chesterton diceva: “Ci sono due generi di idealisti. Quelli che idealizzano la realtà, e quelli, più rari, che convertono in realtà l’ideale.“ Stare fissi e paralizzati sull’ideale non serve a niente, solo al nostro narcisismo personale. Cercare di tradurre l’ideale in leggi è difficilissimo e ci vogliono molta determinazione, molta pazienza, molta umiltà. Ma occorre essere anche realisti se si vuole incidere sul futuro del mondo.
Conciliare idealismo e realismo non è affatto facile. Ma noi ci proveremo.
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Vede, lei dice che talvolta si deve scegliere il male minore, per non permettere ai peggiori di prendersi l’Italia, ma l’Italia è già, in mano ai peggiori. Non intendo il Governo, ma le lobby, le mafie, i familismi, i burocrati corrotti e venduti. E mi creda, essi non hanno apartenenza politica. Dove un partito è radicato nel territorio, essi l’hanno senz’altro impregnato, sia esso di destra che di sinistra. Sarebbe meglio abbandonare le ideologie e comprendere che un cambiamento è possibile, solo eliminando TUTTI, ma proprio tutti, quelli che vivono da anni di politica. Altrimenti, non ci sarà un meno peggio, ma solo un peggio di diverso colore. Cambiando l’abito al burattino, non si cambia il burattinaio. È vero, è un po’ utopico, ci vorrebbero anni, decenni forse. ma non c’è altro modo. Facendo accordi con un truffatore, non ci si può aspettare il rispetto dei patti nè il ripristino della legalità.
Infatti, tornando a eventuale accordo col PD, esso farebbe ovunque esattamente come a Roma: prenderebbe i voti del 5Stelle, ma non ci dividerebbe un solo ganglio di potere. Userebbe il Movimento per non perdere consenso e niente più.
Il Pd non porterà via al Movimento solo dei voti, lo trascinerà un passo alla volta nel baule del burattinaio.
Opinione personale.
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Il massimalismo ha sempre dato risultati pessimi. Non è il caso di riproporlo per i 5s. Dobbiamo per forza allearci con qualcuno perché da soli non arriviamo alla maggioranza. Questo qualcuno oggi è il PD, non c’è altro da scegliere. L’importante è fare patti chiari e farli rispettare: meglio realizzare almeno una parte dei nostri programmi che niente del tutto. Guai se l’Italia finisse di nuovo in mano a Salvini, Meloni e B.
Stefania Testa
Roma
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Per non sembrare un’idealista senza pragmatismo, aggiungo: credete che un PD che in Emilia Romagna a concesso soldi pubblici per le ricostruzioni a chi non aveva danni da terremoro, ma solo voglia di rifarsi il villone, con il beneplacido degli amministratori locali, o chi si è arricchito con denari pubblici attraverso le cooperative (vedi racconto sopra), trattando gli operai come carta straccia a cui togliere denaro per garantire i dirigenti, sia il meno peggio? È no! Altrimenti qualcuno mi spieghi cos’è il pragmatismo.
Le fogne, verdi bianche o rosse, puzzano tutte nello stesso modo, anche se ognuno sente più forte il puzzo di quella vicina.
Altrimenti è ideologia, non pragmatismo.
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Per chi dice che i 5 stelle cambiando due regole del loro statuto hanno tradito i loro valori e hanno rinnegato se stessi….
Io i valori fondanti del M5S li vedo sempre e tutti,come vedo tante persone buone e oneste che operano per il bene di tutti seguendo valori come l’onestà e la sincerità, l’amore per il nostro Paese e il desiderio di difenderlo, il rispetto per l’altro, la sua tutela specie se è povero e debole, la fedeltà alla nostra Costituzione e ai suoi valori che non sono stati tutti attuati, l’amore per la democrazia e la voglia di ampliarla per far contare sempre meno la Casta e sempre più il cittadino, l’amore per libertà e giustizia, l’intento di dare ad ognuno la possibilità di vivere in modo dignitoso, secondo gli art. 25, 36 e 37 della Costituzione, il rispetto per donne, bambini, poveri e malati e il divieto di fare loro del male, peggiorando la loro vita o calpestando i loro diritti, la tutela dello stato sociale, la salvaguardia dei diritti del lavoro, la promozione della scuola, la diplomazia e il colloquio al posto della guerra e dalla calunnia, il rispetto dei patti statuiti al posto delle slealtà e del tradimento, il sacrificio personale per il bene di tutti, la volontà di seguire principi generali che possano migliorare la vita di tutto il mondo…Cambiare alcune regole significa evolvere, non essere dogmatici ma pragmatici.Si può essere idealisti senza restare nel cielo vuoto dell’assoluto ma calando l’ideale nella pratica così che piano piano il nostro ideale di realizzi in forme sostanziali di leggi e di opere per il bene comune.Confondere la modificazione di due punti dello statuto col tradimento di tutto un enorme programma ideale significa essere di corta intelligenza e di non aver capito nulla del M5S.Noi non abbiamo tradito nessuno dei nostri ideali, cerchiamo solo di realizzarli meglio.Sarebbe come dire che se un ciclista cambia le sue vecchie ruote con nuove ruote al titanio ha tradito i valori del sport. Non siamo noi i dogmatici. Lo sono quelli che ci criticano e vorrebbero che non cambiassimo mai mentre il mondo cambia continuamente.
Viviana Vivarelli
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