(Giuseppe Di Maio) – L’hanno capito. Se il governo resta in piedi fino a dopo l’emergenza e avrà il tempo di curare l’intera ricostruzione, per le opposizioni non ci sarà più futuro. La quinta colonna della destra nella maggioranza, rappresentata da Renzi e dai fuoriusciti del Movimento, non è ancora in grado di destabilizzare l’amministrazione Conte. Deputati e senatori fascio-leghisti temono che il popolo li abbandoni.

Gli interventi in aula di Morra, Perilli e Ricciardi, parlamentari del M5S, hanno dimostrato ampiamente qual è la visione politica del centrodestra. Il pugno di Volpi sul banco del presidente Fico ha raggiunto l’apice di questa concezione. Ancora una volta sono evidenti i caratteri dei due presidenti delle Camere: uno incapace di mantenere l’ordine e di irrogare sanzioni adeguate, l’altra disgustosamente ingiusta e parziale. La strategia di Salvini, che ha finto l’alleanza con il M5S per impossessarsi del suo elettorato reazionario, non è una novità nella politica italiana. I vent’anni di berlusconismo hanno dimostrato che non si governa con i provvedimenti, ma con le televisioni. E la Lega sa che oggi come allora è la stampa il suo più grande alleato. Specie se i pentastellati, di cui si può dire tutto ciò che si vuole senz’alcuna conseguenza, non posseggono né televisioni, né quotidiani, né occupano l’informazione pubblica ora che potrebbero farlo.

Tutta la stampa ha blandito la Lega in funzione antigrillina nei 5 anni precedenti il voto di marzo del 2018. E in un certo senso c’è riuscita. Anche se l’elettorato della reazione era già maturo per il gran balzo, portando Salvini da 4% al 17%, e il M5S da forza accessoria della sinistra al 33 % delle ultime politiche. L’abbraccio di Matteo con Luigi doveva servire per l’ultimo atto: il travaso dei consensi dal Movimento alla Lega. La strategia della disinformazione, che aveva funzionato nella Roma della Raggi, ora poteva funzionare anche a livello nazionale.

I giornali milanesi hanno i frontespizi più fetidi della pagina social di Salvini. Le televisioni, tutte, invitano i grillini per dileggiarli in diretta, persino quelli che hanno incarichi istituzionali e di governo. Se si continua in questo modo, il rispetto della democrazia e la tutela della pluralità dell’informazione uccideranno la residua possibilità che ha il popolo di capirci qualcosa dell’agone politico. Le poche voci oneste, sebbene dettagliando e circostanziando quanto sostengono, non salveranno la verità che purtroppo, ripeto, è funzione del potere.

O forse credete che la sopravvivenza della democrazia stia nelle mani di alcuni commentatori che si dannano l’anima per produrre una logica cristallina che possa demolire le balle dei nemici della verità? Credete che in questo modo vinceremo la battaglia contro i rutti della Lega e dei fascisti? Quanto è accaduto nei giorni scorsi in Parlamento è inammissibile. Adesso abbiamo bisogno di maniere che gli italiani possa capire, che i ladri debbano temere. Poiché “è facile fare i fascisti in un regime democratico. Il difficile è fare i democratici in un regime fascista!”

Perciò, e c’è poco da ridere, utilizzerò una delle poche funzioni che rende utile la piattaforma Rousseau. Proporrò un paio di articoli che introducano pene corporali accessorie ai reati di falso ideologico, reati di mafia, di corruzione, e di diffamazione a mezzo stampa. Per quest’ultima non ci possiamo più accontentare dell’ordine dei giornalisti e del codice di deontologia professionale.